presenta

 

MINOTAUROS

Studio drammaturgico sul Toro di Minosse

 

 

IL VECCHIO SAGGIO

"A separare il Mar della Grecia dal Mar della Libia gli Dei posero un’isola grande, lunga e stretta, ricca di montagne e di argilla.

Per questo materiale, ancora oggi, si chiama Isola di Creta…

Regnava in quel tempo Minosse, che fu Re giusto e saggio, amatissimo da tutto il suo popolo...

Per dimostrare la sua potenza su Creta e sul mare, un giorno chiese a Poseidone di mostrargli un segno divino. E Poseidone lo esaudì.

Fece uscire dal mare un toro bianco, l’animale più bello che si fosse mai visto, possente, enorme e splendente, con due corna che luccicavano come gioielli...

La Regina sua moglie, Pasifae, si innamorò del toro bianco in una maniera così sviscerata tanto da amarlo fino al desiderio di accoppiarsi con lui…

 

 

...Da questo amore innaturale rimase incinta e dopo qualche mese

nacque una creatura mostruosa, per metà bambino e per metà toro.

Per questo, appena nato, prese il nome di Minotauro

che significa appunto il “Toro di Minosse”… "

 

Mamma Pasifae lo fa dondolare

mentre gli canta una ninna nanna.

Intanto, singolarmente o a piccoli gruppi,

arriva gente del palazzo

a portare piccoli doni:

guantini di lana, calzini, scarpette, sonagli, giocattoli…

 

Lontano si sente il mare. Sonagli e campanellini. E un campanaccio di mucca dal suono dolce.

 

 

   Pasifae tiene per mano la sua creatura

che ora non ha ancora tre anni. 

Madre e figlio si incamminano verso la spiaggia.

Il piccolo Minotauro si rallegra

e le ancelle intonano un canto di gioia…

Voci di ragazzini che giocano e si divertono...

Compare anche il Minotauro in età di nove anni… Sorride e muggisce scherzoso…

Improvvisamente salta addosso alle persone che cercano di trattenere la sua violenza.

Scappa via in più luoghi e scaraventa a terra ogni persona che lo ostacola...

 

 

Col passare degli anni

Minosse si vergognava sempre di più

di quel figlio così raccapricciante,

tanto più che crescendo si faceva più forte,

più cattivo e terribile

e pretendeva di cibarsi solo di carne cruda…

MINOSSE

Dedalo, tu e mia moglie Pasifae siete responsabili della vergogna

che si è abbattuta sulla mia casa.

Ora tocca a te porre rimedio.

Trova il modo di nasconderlo per sempre!

 

 

DEDALO

Minosse, entrerò nella terra e costruirò una prigione

a pianta circolare… Nessuno, nemmeno il Minotauro,

sarà in grado di trovare una via di uscita.

Questo luogo sarà ricordato come “il labirinto”.

 

 

Luce lenta

su una ruspa in movimento.

 

Ha inizio la costruzione del labirinto.

Rumori di martelli

e centinaia di chiodi...

Arriva un camioncino che scarica

blocchi di pietra, ghiaia, blocchi di ferro.

Operai al lavoro con le pale sistemano le pietre

e le armature di ferro.

 

 

Carpentieri costruiscono un grande perimetro.

 

 

L’idea è quella di un’impalcatura

che suggerisce l’entrata nel labirinto:

la porta d’ingresso.

 

Decine di carriole che vanno e vengono…

Il camioncino si allontana.

La ruspa compie gli ultimi movimenti

e poi esce di scena.

 

Si fa buio lentamente…

 

 

 

 

Urla e muggiti spaventosi.

Luci si alzano sulla figura

del Minotauro in catene

trascinato a fatica

dalle guardie del palazzo.

Le sue braccia sono legate a un palo

che fa leva contro la nuca

e contro le spalle…

 

 

 

Arrivato a destinazione,

viene rinchiuso in una gabbia di ferro.

 

 

 

 

 

Urla,

sbraita come un forsennato.

Si dimena follemente.

Perde bava e sbatte catene

contro la prigionia

della sua gabbia…

Tra queste grida

e fragori disumani

la gabbia viene innalzata

il più possibile

verso il soffitto…

 

 

 

Intanto, in cima alle rocce più alte, alcuni inviati di Minosse scrutano il mare all’orizzonte in attesa dell’arrivo delle navi...

 

 

 

Lontano si sente il mare,

e lo stridore di qualche gabbiano.

 

 

UN UOMO

 

Navi all'orizzzzzzzonteeeeeeeeeeeee.................

 

UN ALTRO UOMO

 

Vedo in rotta la nave di Atene..... 

Naviga di bolina

con la vela neeeeeeeeraaaaaaaaaaaaaaaaa...…..........

 

  

 

 

La nave con la vela nera

trasporta i nobili di Atene

votati al sacrificio...

Appena in porto,

i giovani scendono

e si siedono a terra

formando due cerchi.

Poi intonano un canto

intenso come una preghiera.

 

 

 

 

 

MINOSSE

E voi, Ateniesi sfaccendati, date inizio ai tornei!

I regnanti di tutto il Mediterraneo sono già a palazzo

e hanno finalmente preso posto per assistere alle gare....

Che ora si cominci !!!   !!!!!    !!!!!!!

 

 

 

 

Ora si sfidano le donne, ma i loro scontri non sono cruenti: assomigliano di più a un gioco infantile...

 

 

 

ARIANNA

 

Trucioleo, prendi questa matassa e lega un capo del filo all’ingresso del labirinto,

ma non lasciare mai l’altra estremità...

dopo aver ucciso la bestia, seguendo il filo a ritroso, ritroverai l’uscita…

E prendi questa spada avvelenata, ti servirà per scannare il Minotauro...

E prendi anche questa corona, è magica, è stato un dono di Dioniso, fa un po’ di luce al buio totale…

Prima di ogni cosa però ricordati di purificarti alla cascata delle gole di Samariàs

e non scordare di bruciare incenso e rosmarino ad Artemide, la Dea che mi protegge.

 

 

Con due compagni al seguito

Trucioleo va alla cascata a purificarsi.

Raccoglie acqua nelle mani e si bagna il viso e i capelli.

Poi si dirige alla fucina dei sacrifici e sopra sparge

incenso e rosmarino secco...

 

Intanto dall’alto viene fatta calare la gabbia

e liberato il Minotauro  

Le donne iniziano a danzare...

 

 

...e la danza dà origine al rosso filo di Arianna.

 

 

Tutti gli uomini al seguito di Trucioleo hanno in mano frammenti di specchio che puntano verso l’animale.

 

 

Capì, tra le tante immagini riflesse, che non esistevano altri Minotauri, ma un Minotauro solo… Crollò a terra e allorché giacque, raggomitolato com’era stato raggomitolato nel corpo di Pasifae, il Minotauro sognò di essere un uomo. Sognò un linguaggio, sognò fratellanza, sognò amicizia, sognò sicurezza, sognò amore, intimità, calore e, contemporaneamente seppe, sognando, di essere un diverso cui mai sarebbe stato concesso un linguaggio, mai fratellanza, mai amicizia, mai amore, mai intimità, mai calore… 

(Friedrich Dürrenmatt, Minotauro (una ballata), nella raccolta Racconti, 1985) 

 

 

Trucioleo è davanti al Minotauro e ingaggia una lotta furente, ma è solo una finzione.

 

 

Ora il Minotauro afferra una pietra che stringe forte nella mano.

 

 

Improvvisamente il Minotauro si inginocchia davanti a Trucioleo e gli offre il collo...

 

 

In realtà gli offre la sua morte...

Trucioleo allora gli affonda la spada tra il collo e la nuca...

...e la bestia cade a terra morente.

 

 

 

Come sarà il mio redentore? mi domando. Sarà un toro o un uomo? Sarà forse un toro con volto d’uomo? O sarà come me?... Il sole della mattina brillò sulla spada di bronzo. Non restava più traccia di sangue. “Lo crederesti, Arianna?” disse Teseo. “Il Minotauro non si è quasi difeso”. 

(Jorge Luis Borges, La casa di Asterione, nella raccolta L’Aleph, 1947)

 

 Dedalo (un attore) e Icaro (un burattino) prendono la via di fuga. Da terra si levano verso il cielo…

  

 

DEDALO

Figlio mio, non farti ingannare dall’incanto del volo. Nell’aria ti sentirai leggero come i gabbiani e gli altri uccelli…

Ma stammi sempre a lato e guai a te se, volando, ti avvicinerai troppo al sole!

La cera potrebbe sciogliersi e tu cadresti in mare…

 

 

Nell’aria sonagli e campanellini. E un campanaccio di mucca dal suono grave.

Si sta formando un corteo di morte…

 

Arriva Pasifae, madre più che regina di Creta, che corre al cadavere del figlio e lo stringe sulle ginocchia.

 

Lo stringe forte. Lo abbraccia. Piange la sua morte...

  

 

E poi, come un rito, riveste il Minotauro di rombi colorati:

lo sta abbigliando da Arlecchino...

 

 

 

PASIFAE

In vita eri una maschera, e una maschera sarai anche nella morte…

 

 

PASIFAE MADRE ripete per quattro volte

In vita eri una maschera, e una maschera sarai anche nella morte…

 

 

La creatura mitica è il ritratto della morte, abbigliata da Arlecchino

 

   

 

e viene sostenuta da un gigante alato, dalla testa di aquila.

 

 

 

 

Un uomo massiccio e barbuto,

avanzando,

minaccia il Mostro con la mano aperta.

Egli porta sulle spalle

una bell’adolescente

inghirlandata di fiori la quale,

anche lei con la destra,

pare fermare la coppia mitica.

 

 

 

 

 

Cupi suoni di tromba.

Il corteo si mette in cammino e percorre tutta la via centrale…

E su questa immagine si diffonde il canto dei defunti...

 

 

 

 

Il corteo avanza lento e solenne,

 

 

seguito da tutti i presenti.

E intanto si fa buio piano, piano...

Nell’aria ancora gli ultimi suoni…

 

 

 

TRUCIOLO

Ariannaaaaaa!!!!!!... Ariaaaaaaaanna!!!!!!!!!.... Amore mio… dov’è il mare… dov’è la sabbia…

io ho vinto la battaglia… ho ucciso il Minotauro…......... il mare blu della Grecia… è stato bello… pazienza…

è stato davvero un bel sogno….

E voi, cosa avete da guardare? Cosa volete? Io non sono un burattino! Io non sono un burattino… Io sono un burattinaio!

 

 

 

ideazione e messa in scena

  Sergio Porro

voci e animazioni in baracca

  Ivano Rota

progettazione scenica

  Elio Tagliabue

sculture

  Valerio Gaeti

musica panteistica e tastiere

  Simone Porro

 

 

il Minotauro

  Marco Menster

il Minotauro a 2 anni e 8 mesi

  Tommaso Frigerio 

il Minotauro a 9 anni

  Andrea Azzerboni

Pasifae a 30 anni

  Elena Bruno

Pasifae a 60 anni

  Maria Gloria Grifoni

Trucioleo (Teseo)

  Elio Tagliabue

Arianna

  Luisa Azzerboni

Dedalo

  Roberto Frigerio

la ragazza dell'altalena

  Clara Noseda

la donna dei doni   Fiorella Rovagnati    
la donna dei doni e delle palline   Liliana Concordati  
la donna dei doni e dei giocattoli   Viola Cappelletti 
la donna dei doni e dei danari   Matilde Mazzola 
la donna dei palloncini   Laura Baserga 

il Gigante con la testa d'aquila

  Sergio Trezzi

la fanciulla inghirlandata

  Viola Rovagnati

l'uomo che porta sulle spalle la fanciulla inghirlandata

  Gigi Leoni

la storpia

  Marta Tagliabue

il trombettiere

  Davide Livio

la fanciulla del campanaccio

  Giulia Leoni

la donna del pupazzo bianco

  Anna Zaccaria

l'uomo del campanaccio da morto

  Pino Allenza

il ragazzo della campana da morto

  Dario Trezzi

il conducente della ruspa

  Alessandro Pifferi

il conducente del camion

  Turi Agresta

capo carpentiere

  Tarcisio Negrini

capo carpentiere

  Osvaldo Ballabio

la fucina dei sacrifici

  Antonio Pecoraro

garzone alla fucina dei sacrifici

  Matteo Vago

 

laboratorio dei burattini e burattinaio

  Ivano Rota

aiuto burattinaio

  Nino Franchi 

 

e inoltre    

nobili cortigiani del palazzo di Cnosso, fanciulli e fanciulle di nobili famiglie ateniesi, duellanti,

guardie di Minosse, danzatori e danzatrici, muratori e operai, servitori, partecipanti ai cortei e persone di Creta

 

luci e aiuto alla messa in scena

  Fabio Tagliabue

proiezioni, suoni e rumori al computer

  Valerio Porro

tecnico del suono

  Enrico Brambilla

assistenza tecnica

  Alberto Gazzola

assistenza tecnica

  Alessandro Stano

assistenza tecnica

  Mario Terraneo

 

documentazione video

  Giuseppe Ronchetti

 

  Nicoletta Zucchi

documentazione video in controcampo

  Ivan Ballabio

 

  Bettina Colombo

documentazione fotografica

  Mario Borghi

 

  Stefano Frigerio

 

  Carlo Ricci

 

con la collaborazione di

Marina Casagrande   Pietro Frigerio   Fabrizio Marelli   Davide Somaschini   Michele Turesso   Giampaolo Zappa

e inoltre la

Cooperativa in Cammino

 

Officine Pifferi & Alpi (di Alessandro e Ambrogio Pifferi)  Via Caduti di Nassiriya 3  Cantù

 

 

per altre foto di Mario Borghi

per altre foto di Stefano Frigerio

per altre foto di Carlo Ricci

 

 rientro

 rientro a happening