Trachis

Da Sofocle

Adattamento e regia di Sergio Porro

Realizzazione di Giancarlo Bonfanti, Ambrogio Cattaneo, Uccia Coffani, Luisa Fumagalli, Donata Massola, Gian Giacomo Levati, Rocco Paternò, Sergio Porro, Sergio Trezzi

Cantù, Arredamenti G e G - Galimberti & Galimberti,  24 gennaio 1976

 ...rompe il silenzio il suono di un campanellino. Sta facendo l'ingresso una cieca che cammina senza meta e che si fa sentire per via del campanellino legato al ginocchio destro... 

...la donna fa sedere l'uomo, poi si siede vicino a lui. Poi libera l'oggetto nascosto nella stoffa e compare un organetto di canne che porge subito all'uomo... L'uomo incomincia a suonare. La mano della donna si apre per l'elemosina...

...quando ha percorso più punti della scena, il rumore di un bastone che tasta il suolo annuncia l'arrivo di un altro cieco... La comunità dei ciechi non suggerisce sentimenti di pietà o commiserazione, ma dimostra forza d'animo, grande fermezza e profonda dignità di condizione... A questo punto compare sulla scena Eracle il cui corpo è interamente rivestito di fasce bianche...  

 Nel frattempo Deianira ha dato uno sguardo a Eracle e ha raggiunto i mastelli contenenti la terra. Ora prende la damigiana e versa l'acqua nel mastello a lei più vicino. L'acqua si impasta con la terra e la donna, oramai nel delirio, si spalma le braccia e il viso con il fango che ha prodotto... Poi con l'aiuto di altra terra fa un impasto più consistente e comincia a fabbricare palle voluminose di palta che deposita a terra... Alla fine intona un lamento monocorde, ultima agonia della sua follia...  

... l'attenzione è rivolta al cieco dello zufolo che inciampa nel corpo di Deianira... Istintivamente le sue mani si imbattono nelle palle di fango. Il cieco ne prende una e si alza in piedi... 

...poi con rabbia, urlando frasi che non si sentono, la scaglia a terra frantumandola con un colpo molle e sordo... ancora si inginocchia per trovare una seconda palla. La prende, si rialza e con la stessa rabbia ripete lo stesso gesto... 

Eracle è morto ma la catasta dà segni di vita. La stoffa che la riveste si muove e si scompone. Coloro che sono prigionieri all'interno vogliono uscire, ma riescono soltanto a liberare un braccio, una mano, qualche testa, un piede... Ogni movimento è lento. Tra la supplica e l'offerta, l'invocazione e la pietà... Intanto si alza un tristissimo lamento...  

Ora non parla più. Cerca lo zufolo e il suo bastone... Poi si incammina per la direzione opposta. Alla fine si ferma e interrompe il suono del suo strumento musicale, per fare gesti d'elemosina... 

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